SI, VIAGGIARE….(Il viaggio- parte 1)
Se in questo momento tu chiedessi a una persona qual è la cosa che desidera di più ti direbbe con molta probabilità: “un viaggio”.
È innegabile che negli ultimi anni il viaggiare in tutte le sue forme abbia ricoperto un ruolo importante e desiderabile per molte persone. Ma chiediamoci: perché si viaggia?
Il viaggio può avere molte motivazioni che si possono riassumere in due grandi categorie: necessità e piacere.
Necessità quando il viaggio serve per avere migliori opportunità, riunire persone, lavorare, conquistare territori, conoscere.
Piacere quando il viaggio lo si fa per scoperta, per evasione, per ritrovare amici e rivedere luoghi in cui siamo stati bene.
Ma negli ultimi anni il viaggio ha assunto una forma simbolica davvero forte: forse facilitato dal fatto che viaggiare in tutto il mondo per noi occidentali è relativamente semplice e non sempre così oneroso.
Perché è così ambito il viaggiare, tanto da diventare per qualcuno l’unico modo per sentirsi bene e per trovare un po’ di relax? È così indispensabile il viaggio, quando lo è solo per il piacere?
Possiamo anzitutto dire che più noi ci troviamo invischiati in un quotidiano che non ci soddisfa o in difficoltà interiori che ci danno ansia e inquietudine, tanto più vorremmo, chiaramente, distaccarcene. È possibile farlo attraverso esercizi interiori di consapevolezza e assunzione di nuovi punti di vista ma è molto più semplice farlo mettendo tra noi e il nostro oggi un po’ di terra e mare e aprire gli occhi consapevolmente a nuove realtà sperimentando noi stessi in nuovi, concreti, punti di vista.
In questo senso il viaggio aiuta davvero ad uscire da momenti di stagnazione, dolore, fatica e con l’aiuto di fattori esterni a noi, darci respiro, metterci alla prova in luoghi e situazioni diverse scoprendo, forse, nascoste capacità di adattamento e risorse per la nostra vita. Luoghi nuovi, persone nuove, nuovi aspetti di noi.
In questo senso il viaggio diventa allora davvero benefico e simbolicamente ci aiuta nel cammino interiore di conoscenza, consapevolezza e a volte di guarigione.
Ma è davvero tutto qui?
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