Chi guida la mia auto?

 


Ogni giorno, le strade sono teatro di numerosi incidenti, a volte gravi, altre meno, ma comunque significativi. Se da un lato esistono cause oggettive che contribuiscono a questi eventi – come problemi infrastrutturali o guasti meccanici – molte volte la vera ragione è da ricercare nei comportamenti di chi guida. Scelte errate, a volte addirittura rischiose, possono mettere in pericolo non solo chi è al volante ma anche chi condivide la strada. Quali sono le ragioni profonde di questi comportamenti?

1. GUIDO COME SONO

Il modo in cui si guida riflette spesso la personalità e lo stato emotivo di una persona. La guida diventa una sorta di specchio, dove emergono reazioni istintive e spesso difficili da controllare. Alla guida del veicolo non c'è solo l'abilità tecnica o l'esperienza di una persona, ma anche le sue insicurezze, le sue ferite emotive, il suo stato d’animo e i momenti di stress o difficoltà. La strada, in questo senso, è un palcoscenico in cui l’interiorità si manifesta con chiarezza, spesso senza filtri.

2. L’ALTRO NON ESISTE

Alla guida, l’auto diventa una sorta di bolla, uno spazio isolato dove il contatto con gli altri si fa meno tangibile. Chi si incontra sulla strada, in un'altra auto o a piedi, smette di essere percepito come una persona reale e diventa un’astrazione: un ostacolo, una minaccia, un “nemico”. Questo processo di disumanizzazione è alla base di molte reazioni esasperate alla guida. Rabbia, insulti e gesti aggressivi nascono dalla mancata percezione dell'altro come individuo con una storia, emozioni o difficoltà proprie. Così, l’interazione si riduce a uno scontro, spinto spesso fino al parossismo.

3. GUIDANO LE EMOZIONI

Spesso, a prendere il controllo non è la ragione, ma le emozioni. La rabbia, l’impazienza, la fretta o il bisogno di affermarsi si manifestano nel modo in cui si accelera, si sorpassa o si reagisce agli errori altrui. Questi comportamenti non sono casuali, ma rivelano qualcosa di profondo:

  • La fretta potrebbe riflettere un senso di inadeguatezza o la pressione di vivere in un mondo che ci chiede sempre di essere veloci ed efficienti.
  • La rabbia verso un errore altrui può essere una proiezione del nostro bisogno di perfezione o di controllo.
  • L’azzardo nell’accelerare o nel superare potrebbe indicare una tendenza a sfidare i limiti, un modo per affermare sé stessi in un contesto che richiede continuamente prestazioni.

Che fare?

Dato che non possiamo cambiare il comportamento degli altri, ma solo il nostro, è necessario sviluppare una maggiore consapevolezza e imparare a lasciar guidare la ragione, anziché le emozioni.

1. Sviluppare consapevolezza
Osservare i propri comportamenti alla guida è un esercizio utile per conoscersi meglio. Cosa si nasconde dietro reazioni impulsive o rischiose? Quali emozioni scatenano rabbia, ansia o competitività? Prendere coscienza di questi schemi comportamentali aiuta a disinnescare i meccanismi automatici, favorendo scelte più ponderate. La guida, come la vita, richiede la capacità di fermarsi, riflettere e scegliere consapevolmente. Ogni momento passato in auto può diventare una palestra per allenare il controllo emotivo: fermarsi, respirare, riconoscere le proprie emozioni e rispondere con equilibrio.

2. Far guidare la ragione
Platone, nella sua metafora della biga alata, descrive l’anima come composta da due cavalli: uno rappresenta le passioni e gli istinti, l’altro la volontà razionale. Solo la guida dell’auriga – simbolo della ragione – può condurre la biga nella giusta direzione, evitando che venga trascinata fuori strada. Questo richiamo alla filosofia di Platone sottolinea l'importanza della ragione come guida. La ragione non reprime le emozioni, ma le governa, permettendo di scegliere comportamenti equilibrati e responsabili.

***

Alla fine, la domanda è: chi vuoi che guidi la tua auto? La ragione, con il suo equilibrio e la sua saggezza, o le emozioni, con il loro impulso spesso incontrollato? La risposta non riguarda solo il modo di stare sulla strada, ma anche il modo di stare nella vita.

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