LA TRAPPOLA DEL PERFEZIONISMO


 Vogliamo fare bene le cose, è naturale. Portare a termine un compito, vederne il frutto, è un bisogno profondo, un segno di maturità psicologica. Ma quando questa sana aspirazione si trasforma in una ricerca ossessiva della perfezione, ecco che scatta la trappola. Ci sfianchiamo, consumiamo energie preziose per inseguire un ideale irraggiungibile, un "modo perfetto" che spesso esiste solo nella nostra mente.

Perché cadiamo in questa dinamica estenuante? A volte, il perfezionismo nasconde una paura radicata: quella di non essere accettati per ciò che siamo veramente. Un'ombra che affonda le radici in esperienze educative o stili di attaccamento problematici, in cui l’amore sembrava condizionato al risultato. Così impariamo a rispondere non a noi stessi, ma a uno sguardo esterno, reale o immaginario.

Fermiamoci un attimo e poniamoci delle domande: A chi dobbiamo rendere conto del nostro operato? Se non facciamo qualcosa in modo "perfetto", cosa potrebbe realmente succedere? Forse, semplicemente, potremmo accorgerci che — anche se non tutto è impeccabile — le persone attorno a noi continuerebbero a vederci come degni di stima, affetto, amore.

Il rigore eccessivo verso noi stessi, quella voce interiore implacabile che non tollera il minimo errore, spesso non ha altra giustificazione se non il timore di non essere all'altezza, di non valere abbastanza. Il perfezionismo, inoltre, va di pari passo con un bisogno di controllo costante, che inevitabilmente si traduce in rigidità: prima con noi stessi, poi con gli altri.

Allora, proviamo a fare un piccolo esperimento. Scegliamo un'attività semplice, quotidiana, e consapevolmente rinunciamo alla perfezione. Concentriamoci sul portare a termine il compito, accogliendo il risultato così com'è. Potremmo rimanere sorpresi nello scoprire che il mondo non crolla, e anzi, potremmo persino goderci il processo e il risultato, liberati dal peso opprimente dell'ideale irraggiungibile. Un piccolo passo verso una maggiore leggerezza e accettazione di sé.

Ma se ancora non ce la fai, ancora ti senti legato a questo ideale di perfezione che ti avvelena le giornate non esitare a chiedere aiuto. Contattami!


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