Specchi d’acqua, specchi d’anima.
Siamo tutti attirati dall’acqua, in modo così forte;
mari, laghi, fiumi… gli specchi d’acqua esercitano su di noi un richiamo
profondo, quasi primordiale. Basta fermarsi un momento sulle rive per sentirlo:
un senso di quiete, di appartenenza, di ritorno a casa, di apertura, di
respiro.
Le radici biologiche
La nostra relazione con l’acqua è scritta nel
corpo e nella memoria genetica. Siamo fatti per oltre il 60% d’acqua, e la
nostra vita comincia proprio immersa in essa, nel liquido amniotico che ci
protegge e ci nutre: il corpo ne conserva il ricordo. L’acqua, essenziale per
la vita, ne diventa il simbolo.
Le ragioni culturali
Nel corso dei secoli, l’acqua ha assunto un forte
valore simbolico. È l’immagine della libertà e dell’evasione: il mare delle
vacanze, il lago dei weekend, la fontana della piazza dove ci si ferma a riposare,
i fiumi in cui si gioca, si nuota, si pesca. È lo spazio del tempo “per sé,
delle relazioni sociali, del riposo. Le nostre culture hanno imparato a
collocare accanto all’acqua i momenti di pausa, di rinascita e di ispirazione.
La dimensione psicologica
Ma c’è anche una ragione più profonda: l’acqua è
movimento e calma. Il suo fluire permette di rappresentare ciò che dentro di
noi è in continuo cambiamento, la sua quiete ci permette di calmare la mente.
Guardare l’acqua che scorre o che si increspa al vento è come vedere le
emozioni prendere forma: la calma, la rabbia, la tristezza, la pace. L’acqua
diventa così una forma esterna del nostro mondo interiore, rendendolo più
comprensibile e più gestibile.
L’acqua come
aiuto
Facciamoci
aiutare dall’acqua, allora!
- Quando la mente è agitata, cerca
un luogo dove l’acqua scorra: un fiume, un mare agitato, un lago
increspato di onde: guardala, ascoltala, e lascia che ciò che ti pesa
cominci a scorrere via con lei.
- Quando invece hai bisogno di calma e raccoglimento, siediti accanto a un’acqua tranquilla — un lago, un fiume
tranquillo, il mare sereno— e lascia che la sua immobilità ti insegni la
quiete.

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