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Cosa sono le emozioni? Da dove nascono? come influiscono sul nostro agire? Come viverle al meglio? A queste ed altre domande cercheremo di dare risposta in quest'incontro.

Fermati, respira!

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  Viviamo immersi in un flusso continuo di stimoli, impegni, notifiche, richieste.  Corriamo da un’attività all’altra, spesso senza neanche accorgerci di quanto stiamo perdendo lungo il cammino. Ma fermarsi non è tempo sprecato. Anzi, è proprio nella pausa che la vita si fa più chiara, che tutto può prendere una nuova prospettiva. Quando ci concediamo il lusso di non fare nulla , di sederci senza fretta, di ascoltare il silenzio o i suoni intorno a noi, qualcosa cambia. Improvvisamente risentiamo, come non lo avessimo mai fatto i rumori della città, il vento tra le foglie, il cinguettio degli uccelli, i colori del cielo, le nuvole, la consistenza del posto in cui siamo seduti: sono dettagli che fuggono nella frenesia, che rimangono inascoltati e invisibili nella fretta. Le pause sono necessarie. Danno ordine alle cose. Quando ci fermiamo, tutto si rimette a posto: ci accorgiamo che molte preoccupazioni si ridimensionano, che ciò che sembrava urgente non lo è davvero, che ...

LA CURA PER CHI CURA (CAREGIVER)

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                                                  Foto di Mathias Reding su Unsplas h Quando ci troviamo ad accudire un anziano, una persona malata o con disabilità, spesso ci dedichiamo interamente a loro, dimenticandoci di noi stessi. La cura dell’altro diventa totalizzante, e senza accorgercene, iniziamo a trascurare i nostri bisogni, i nostri spazi e il nostro benessere . Ma possiamo davvero prenderci cura di qualcuno se non sappiamo prenderci cura di noi stessi Il senso di colpa accompagna spesso chi assiste un familiare: “Se mi fermo, sto sbagliando”, “Se chiedo aiuto, significa che non sono abbastanza forte”. Ma il senso di colpa, pur essendo naturale, non sempre è un buon consigliere. Ci spinge a fare sempre di più, anche quando siamo esausti, e ci impedisce di vedere con lucidità le situazioni. Ric...

Chi guida la mia auto?

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  Ogni giorno, le strade sono teatro di numerosi incidenti, a volte gravi, altre meno, ma comunque significativi. Se da un lato esistono cause oggettive che contribuiscono a questi eventi – come problemi infrastrutturali o guasti meccanici – molte volte la vera ragione è da ricercare nei comportamenti di chi guida. Scelte errate, a volte addirittura rischiose, possono mettere in pericolo non solo chi è al volante ma anche chi condivide la strada. Quali sono le ragioni profonde di questi comportamenti? 1. GUIDO COME SONO Il modo in cui si guida riflette spesso la personalità e lo stato emotivo di una persona. La guida diventa una sorta di specchio , dove emergono reazioni istintive e spesso difficili da controllare. Alla guida del veicolo non c'è solo l'abilità tecnica o l'esperienza di una persona, ma anche le sue insicurezze, le sue ferite emotive, il suo stato d’animo e i momenti di stress o difficoltà. La strada, in questo senso, è un palcoscenico in cui l’interiorit...

Punto e a capo.

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La fine di un anno e l’inizio di quello nuovo rappresentano un momento carico di significato simbolico. Nonostante il passaggio da un anno all’altro sia una convenzione del calendario, per tutti noi ha un valore psicologico profondo e le molte celebrazioni che lo accompagnano ne sono testimonianza. Questo momento dell’anno diventa un’occasione per fare un punto della situazione, trovare l’occasione per chiudere capitoli importanti della nostra vita e aprirci a nuove avventure, esperienze e modalità di vivere. Il bilancio di fine anno è un atto naturale. Guardiamo indietro, riflettendo su ciò che è stato, sugli obiettivi raggiunti e su quelli mancati. Questo processo è fondamentale per comprendere meglio noi stessi e per lasciar andare ciò che non ci serve più: esperienze dolorose, abitudini che ci frenano, relazioni che non ci nutrono. Chiudere un capitolo non significa dimenticare, ma fare spazio al nuovo, consentire alla nostra vita di evolversi. Allo stesso tempo , l’inizio d...

È NATALE: "DOBBIAMO" ESSERE FELICI?

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  Dicembre arriva con luci scintillanti, melodie natalizie e un senso diffuso di festa. Ma se non ci sentiamo travolti dall’euforia? Se il Natale, anziché portare gioia, risveglia nostalgia, tristezza o persino malinconia? La società e i media sembrano dirci che a Natale dobbiamo essere felici. Spot pubblicitari, film e social dipingono un’immagine idealizzata di famiglie perfette, regali scintillanti e sorrisi sinceri. Ma dietro quelle immagini ci siamo noi, con le nostre storie, i nostri ricordi e, talvolta, le nostre ferite. Non tutti vivono il Natale come un momento spensierato. Per molti, è un periodo che riporta alla mente persone care che non ci sono più, relazioni perdute o difficoltà personali . Questa discrepanza tra ciò che sentiamo dentro e ciò che "dovremmo" provare può creare un senso di inadeguatezza o isolamento o farci addirittura cadere in depressione. Abbiamo il diritto di sentire quello che sentiamo. Non siamo obbligati a essere felici solo perché ...

UN VIAGGIO DIVERSO...

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  Nel precedente articolo abbiamo esplorato le motivazioni che spingono al viaggio e i suoi benefici. Abbiamo visto come il mettere "terra e mare" tra noi e il nostro insoddisfacente quotidiano possa aiutarci a guardare le difficoltà, la sofferenza e la noia da una prospettiva diversa. Eppure, quante volte accade che, tornati a casa, troviamo tutto esattamente com'era? Le situazioni che ci affaticano e ci opprimono sono ancora lì, immutate, e noi stessi sembriamo non essere cambiati. Perché accade questo? Spesso, il viaggio non si trasforma in un percorso di consapevolezza e crescita interiore, ma rimane semplicemente un'evasione. Come un prigioniero evade dalla sua cella, anche noi fuggiamo dal nostro difficile quotidiano. Ma l'evasione, da sola, non genera cambiamento. Non crea opportunità, non trasforma. Dobbiamo smettere di viaggiare, allora? Assolutamente no! Ma possiamo scegliere di affrontare viaggi diversi, che si accompagnino al viaggio "fisico"...