Post

Specchi d’acqua, specchi d’anima.

Immagine
  Siamo tutti attirati dall’acqua, in modo così forte; mari, laghi, fiumi… gli specchi d’acqua esercitano su di noi un richiamo profondo, quasi primordiale. Basta fermarsi un momento sulle rive per sentirlo: un senso di quiete, di appartenenza, di ritorno a casa, di apertura, di respiro. Le radici biologiche La nostra relazione con l’acqua è scritta nel corpo e nella memoria genetica. Siamo fatti per oltre il 60% d’acqua, e la nostra vita comincia proprio immersa in essa, nel liquido amniotico che ci protegge e ci nutre: il corpo ne conserva il ricordo. L’acqua, essenziale per la vita, ne diventa il simbolo. Le ragioni culturali Nel corso dei secoli, l’acqua ha assunto un forte valore simbolico. È l’immagine della libertà e dell’evasione: il mare delle vacanze, il lago dei weekend, la fontana della piazza dove ci si ferma a riposare, i fiumi in cui si gioca, si nuota, si pesca. È lo spazio del tempo “per sé, delle relazioni sociali, del riposo. Le nostre culture hanno impar...

Rilassarsi davvero: un piccolo esercizio per aiutarti a farlo...

Immagine
                                                                                                      Quante volte ci siamo sentiti dire: “Rilassati, stai calmo” . E quante volte, anziché tranquillizzarci, questa frase ci ha resi più agitati o persino irritati. Il paradosso è che il rilassamento non si ottiene su comando: nasce piuttosto da un’attenzione diversa, che sposta il focus fuori da noi e mette a tacere, almeno per un po’, il continuo lavorio dei pensieri. Un modo semplice per farlo è un piccolo esercizio di osservazione consapevole. Ecco come: Scegli un luogo tranquillo , possibilmente all’aperto, dove ci sia almeno un elemento naturale: una pianta, un prato, un animale. Siediti e osserva . Prendi, ad esempio, una fogli...

INTELLIGENZA ARTIFICIALE ED EMPATIA: una riflessione

Immagine
    Nell’era dell’intelligenza artificiale conversazionale, strumenti come ChatGPT riescono a simulare una comunicazione empatica, accogliente, persino rassicurante. Questo effetto è voluto: l’algoritmo è addestrato a comprendere il linguaggio umano e a rispondere in modo coerente e “gentile”. È facile lasciarsi ingannare, anche per chi non è fragile: il bisogno di ringraziare, per esempio o di continuare a cercare sollecitati dall’AI stessa. È necessario ricordarsi che questa empatia è solo simulata. Non c’è coscienza, intenzione, né vera relazione affettiva. Come psicologa, mi interrogo sul possibile impatto psicologico di questi strumenti, soprattutto in persone fragili, isolate o in cerca di ascolto. I rischi non sono trascurabili: - Confondere la disponibilità costante dell’IA con una relazione autentica. - Sviluppare dipendenza da una comunicazione facile, prevedibile, che non espone al conflitto o al giudizio. - Ridurre il bisogno (o la capacità) di cercare...

Horror Vacui: il timore del vuoto e il tempo estivo

Immagine
L’espressione latina horror vacui — letteralmente "paura del vuoto" — nasce in campo artistico per descrivere l’impulso a colmare ogni spazio libero, evitando il silenzio e l’assenza di forma. Questo concetto non appartiene solo all’arte: si ritrova spesso anche nella vita psicologica delle persone, specialmente nei periodi di pausa forzata come può essere un temporaneo cambio di attività, una malattia o come il periodo estivo, le vacanze d'estate. Per molti, la stagione estiva è un momento atteso, per riposarsi e sollevarsi dagli impegni quotidiani.  Per altri, però, è proprio questa sospensione delle attività abituali che può generare disagio o inquietudine. Quando le consuete occupazioni lavorative e sociali si interrompono, infatti, può accadere di trovarsi “a tu per tu” con sé stessi, con pensieri, emozioni o questioni relazionali irrisolte che il ritmo frenetico dei mesi precedenti aveva silenziato o rimandato. Il lavoro e gli impegni quotidiani svolgono ...

L'insopprimibile necessità di dire cosa penso…!

Immagine
Viviamo in un’epoca in cui ogni avvenimento passa attraverso la lente dei social. La morte di un Papa, l’elezione del successore, una crisi internazionale, o anche solo l’ultima serie tv di successo: tutto diventa argomento di conversazione globale .  E ognuno di noi, volente o nolente, si sente in qualche modo chiamato a dire la propria. Non è solo un fenomeno culturale, è qualcosa di più profondo e psicologico. La possibilità di esprimersi pubblicamente, di scrivere un commento, di condividere un pensiero, offre l'illusione di partecipare agli eventi. Chi tace si sente quasi invisibile, escluso dal grande coro. Così, di fronte ai grandi fatti, molti si improvvisano esperti, altri riportano frasi altrui come fossero monete da spendere per "esserci" e contare. La dinamica è semplice ma potente: se esprimo la mia opinione, sono parte del gruppo; se resto in silenzio, rischio di essere tagliato fuori. Questo bisogno di appartenenza è un motore psicologico antichissimo, ...

LA TRAPPOLA DEL PERFEZIONISMO

Immagine
 Vogliamo fare bene le cose, è naturale. Portare a termine un compito, vederne il frutto, è un bisogno profondo, un segno di maturità psicologica. Ma quando questa sana aspirazione si trasforma in una ricerca ossessiva della perfezione, ecco che scatta la trappola. Ci sfianchiamo, consumiamo energie preziose per inseguire un ideale irraggiungibile, un "modo perfetto" che spesso esiste solo nella nostra mente. Perché cadiamo in questa dinamica estenuante? A volte, il perfezionismo nasconde una paura radicata: quella di non essere accettati per ciò che siamo veramente . Un'ombra che affonda le radici in esperienze educative o stili di attaccamento problematici, in cui l’amore sembrava condizionato al risultato. Così impariamo a rispondere non a noi stessi, ma a uno sguardo esterno, reale o immaginario. Fermiamoci un attimo e poniamoci delle domande: A chi dobbiamo rendere conto del nostro operato? Se non facciamo qualcosa in modo "perfetto", cosa potrebbe realmen...

FATICOSA PRIMAVERA!

Immagine
  Sole, aria frizzante, fiori ed erba verde: tutta la natura in primavera ci parla di vita e rinascita…sembrerebbe tutto bellissimo ma per molti non è così!  Per chi soffre di disturbi di ansia e depressione, questa stagione di apparente gioia e vitalità può paradossalmente rappresentare un momento in cui i  sintomi si acuiscono. Diversi fattori contribuiscono: Il c ontrasto tra l'esuberanza esteriore e il vuoto interiore può farsi più doloroso. Vedere il mondo intorno rifiorire può accentuare la sensazione di immobilità e mancanza di energia tipica della depressione. L'aspettativa sociale di sentirsi felici e vitali in primavera può generare ulteriore pressione e senso di inadeguatezza in chi già lotta con il proprio umore. Il cambio di stagione porta con sé variazioni nei ritmi circadiani , nei livelli di luce e nelle temperature. Questi cambiamenti, seppur naturali, possono destabilizzare ulteriormente un sistema nervoso già fragile, influenzando i livelli di sero...